Si sta sempre più diffondendo tra gli amanti della body art, la pratica abbastanza estrema del tatuaggio in rilievo. Chi sceglie questo genere di tatuaggio non si accontenta più della tradizionale pratica del tattoo. Questo tatuaggio prevede l’utilizzo di strumenti, molto differenti dalla classica macchinetta ad aghi, con cui si realizzando disegni sulla pelle attraverso la creazione di vere e proprie cicatrici.
LA SCARIFICAZIONE
Da qualche anno si sente parlare sempre più spesso della scarificazione, erroneamente definita da molti come “tatuaggio in rilievo”. E’ una pratica dalle origini molto antiche, presso le popolazioni indigene rappresentava un processo messo in atto per fini religiosi e sciamanici; si trattava di riti di purificazione attraverso i quali si credeva di eliminare qualcosa di impuro offrendo in cambio beni preziosi come la pelle e il sangue. Oggi questa pratica è entrata nelle nuove tendenze di tatuaggi. La differenza consiste nell’ arnese utilizzato per imprimere il disegno sulla pelle, una macchina chirurgica elettrica che brucia letteralmente le cute e la cauterizza, creando così vere cicatrici, più o meno profonde. Successivamente le zone della pelle trattate possono essere colorate, e così nasce il “tatuaggio in rilievo”.
CONSIGLI E AVVERTENZE SUL TATUAGGIO IN RILIEVO
Questa pratica estrema è molto più pericolosa e decisamente più dolorosa. Il dolore che provoca la bruciatura e la cauterizzazione della pelle non ha niente a che vedere con quello provocato dagli aghi del tatuatore, inoltre attraverso la scarificazione è molto più probabile contrarre infezioni ed avere postumi traumatici. Ci sono stati episodi, in cui il tatuato è stato in ospedale perché in preda a forti dolori e in stato di shock; per tutti questi motivi è consigliabile valutare bene rischi e conseguenze prima di decidere di sottoporsi ad una seduta di scarificazione, in quanto si rischia non solo di sottoporsi a un intervento molto doloroso ma si può rischiare anche la vita.
A CHI RIVOLGERSI
Un tatuaggio in rilievo, proprio per la sua pericolosità, non è una pratica alla portata di tutti e la maggior parte dei tatuatori non la esegue. Chi è deciso a farsi un tatuaggio di questo genere deve assolutamente rivolgersi a persone estremamente competenti e che lavorino in uno studio igienicamente perfetto, in caso contrario le conseguenze potrebbero essere veramente disastrose.
TECNICHE DI TATUAGGIO IN RILIEVO
Nella pratica della scarificazione rientrano diverse tecniche con cui si creano soggetti sulla pelle attraverso le presenza delle cicatrici:
- IL CUTTING (ovvero l’incisione): si pratica usando strumenti molto affilati come dei bisturi chirurgici, senza andare molto in profondità permettendo così un buon controllo sul disegno. Una volta guarito un cutting si presenta come una sottile cicatrice in rilievo. Per accentuare l’effetto è possibile eseguire dei tagli perpendicolari nei bordi interni della ferita appena creata, massaggiare con dell’inchiostro da tatuaggio la ferita, forzarne il ritardo della guarigione.
- IL BRANDING (marchio a fuoco): si intendono le cicatrici ottenute attraverso delle serie di bruciature provocate da oggetti riscaldati posti a contatto con la pelle. Il risultato sono delle cicatrici in rilievo di un colore più scuro rispetto al tono della pelle. Il branding non viene eseguito in una volta sola ma il disegno viene diviso in più parti e vengono creati i vari pezzi che lo comporranno con il metallo. Il fuoco brucia le terminazioni nervose superficiali dando la sensazione che non si senta dolore, ma non è così.
La guarigione è molto lunga perché la ferita si irrita facilmente. A volte per ottenere delle cicatrici più evidenti questa irritazione è provocata volontariamente.
- L’ICE KISS (il marchio di ghiaccio): DAgli effetti molto simili al branding, le bruciature vengono effettuate con da materiali ghiacciati (ice kiss), ad esempio l’azoto liquido. Lascia cicatrici simili a quelle ottenibili con alcune sostanze chimiche simili ai solventi. E’ bene stare attenti a non necrotizzare troppo i tessuti; poiché l’arto può andare in cancrena con il rischio dell’amputazione.