Si fa presto a dire tatuaggi tribali: quelli che oggi troviamo indicati così nello studio di qualsiasi tatuatore sono, infatti, tatuaggi provenienti da tante culture diverse (Maya, Maori, Nativi Americani, Aztechi) e che poco hanno a che fare con i veri tatuaggi tribali usati in antichità per indicare l’appartenenza sociale, come amuleti contro le forze maligne o per infondere coraggio ai soldati che andavano in battaglia.
Come sono fatti i tatuaggi tribali?
Quello che i moderni tatuaggi tribali hanno ancora in comune con la tradizione sono i disegni astratti, quasi sempre stilizzati e dalle linee nette e quasi mai di colori diverso dal nero. Sono disegni che richiamano l’idea di forza e potenza: per questo sono amati in particolare dagli uomini che, quando scelgono i tatuaggi tribali, tendono a preferire disegni vistosi, di grosse dimensioni, appariscenti.
Sono solo tatuaggi per uomini?
Non lasciatevi ingannare, però, dai luoghi comuni. Ci sono tatuaggi tribali anche molto piccoli e adatti a essere realizzati in zone non particolarmente estese del corpo. E, soprattutto, sebbene richiamino un immaginario “virulento” e combattivo, i tatuaggi tribali sono adatti anche alle donne, specie a chi ha grande sicurezza di sé e autostima.
Quale disegno scegliere per i tatuaggi tribali?
I soggetti più richiesti per i tatuaggi tribali sono dei più vari. Quasi ciascun tema, infatti, può essere ripreso in “versione tribale”. Tra i più comuni, però, ci sono animali marini e di aria. Come la tartaruga, simbolo di longevità e di radicamento alla famiglia, o gli uccelli, tradizionalmente segni di libertà e di unione con il divino.
Passando, invece, ai simboli più astratti, tra i più amati ci sono il sole tribale, che richiama all’idea dell’eternità e a una visione gioiosa della vita, o le onde e altri disegni d’acqua, collegati con l’idea della continuità anche nel cambiamento. I nodi sono, poi, uno degli elementi che torna di più nei tatuaggi tribali: sono disegni che simboleggiano legami forti e duraturi o un amore eterno. La stessa ricorrenza ce l’hanno i cerchi che indicano continuità, rinascita ma, anche, unicità. L’idea di rinascita, però, gli amati dei tatuaggi tribali potrebbero comunicarla anche attraverso un germoglio di felce.
I temi tribali per eccellenza
Tra i soggetti quasi esclusivamente usati nei tatuaggi tribali (e di cui non tutti conoscono il significato) ci sono, invece, il kokopelli, una divinità preistorica rappresentata nell’atto di suonare uno strumento a fiato e che è simbolo di fertilità e protezione, il puhoro, cioè il tradizionale pattern tribale che era per i popoli nativi legato all’idea di velocità, il te manaia, incarnazione dello spirito guardiano e simbolo dell’equilibrio tra aria terra e acqua e, ancora, il triskell (letteralmente “tre ragi di luce”) che è simbolo dell’eternità.
Dove far realizzare i tatuaggi tribali?
Oltre al soggetto, comunque, nella scelta dei tatuaggi tribali assume un significato rilevante anche la zona del corpo in cui si sceglie di farseli realizzare. Un tribale sul braccio o sulla spalla, per esempio, è adatto a chi è sempre in movimento o ha bisogno di sentirsi utile. Il collo è un posto ideale per i tatuaggi tribali se si sente di dover risistemare la propria vita o se si avverte una sorta di malcontento o di incapacità di essere se stessi fino in fondo. La schiena è una delle zone più amate per i tribali di grosse dimensioni ed è quella ideale per chi si trova a dover affrontare grandi decisioni, anche indesiderate. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, poi, anche le mani, i polsi e i piedi sono posti adatti ai tatuaggi tribali: meglio optare, però, in questo caso per disegni di piccole dimensioni. Le mani, in particolare, sono il luogo dell’autocontrollo e della padronanza delle emozioni, mentre i piedi sono legati a un bisogno atavico di libertà.
Le dimensioni contano!
Quanto alle dimensioni, tatuaggi tribali grandi sono adatti a chi cerca di ottenere il massimo da ogni situazione, mentre i più piccoli sono per chi è in cerca di risposta o tiene molto alla considerazione che gli altri hanno di lui.













