I tatuaggi religiosi, oltre ad essere un segno di devozione duratura e indelebile, racchiudono un simbolismo intenso. Raffigurazioni di Santi e Madonne portati, a dimostrazione della propria fede, marchiati sulle parti più svariate del corpo, si stanno sempre più diffondendo nell’ art tattoo.
TATUAGGI RELIGIOSI NELLE VARIE CULTURE
Il Cristianesimo: i tatuaggi religiosi a tema cristiano utilizzano come disegno in genere le immagini più famose, con le iconografie più popolari della religione di Cristo. Oltre alla figura di Gesù, sono tatuati , in varie parti del corpo, ma maggiormente sul petto: Madonne, croci, santi e altri simboli religiosi molto popolari. E’ un genere di tatuaggio che sta a simboleggiare una fede popolare e accesa, una passione che brucia come un amore senza paragoni. Nella religione cristiana, tra le fila di seguaci più intransigenti della religione, i tatuaggi sono assolutamente da evitarsi. Parla chiaro il Levitico, che ricorda come Dio abbia vietato al Popolo Eletto di tatuarsi la pelle. Il cristianesimo però non è proprietà privata di questi gruppi, e oggigiorno rappresentazioni religiose come tatuaggi vengono utilizzate senza problemi di sorta anche da chi cerca di seguire la dottrina alla lettera.
L’Ebraismo: tra le altre tradizioni monoteiste come l’ebraismo, in fatto di tatuaggi la questione si fa più complicata e più restrittiva. Anche qui il versetto del Levitico che abbiamo precedentemente riportato per il Cristianesimo, parla chiaro. Inoltre come unica modificazione possibile del corpo l’ebraismo obbliga i membri maschi a circoncidersi, e in caso di altri marchi sul corpo, secondo le interpretazioni più popolari, andrebbe a indebolire quello che è il contratto degli ebrei con Dio.
L’Islam: questa religione segue le linee generali dei precedenti culti monoteisti, proibendo anch’esso nel modo più assoluto i tatuaggi. Le ragioni sono diverse, e interpretazioni molto risalenti nel tempo collegano il divieto di tatuaggi con i problemi che questo causerebbe alle abluzioni rituali.
TATUAGGI PROIBITI
In Thailandia, è nata una questione posta dal Ministero della Cultura thailandese, se sia corretto che migliaia di turisti stranieri che si recano in queste zone per vacanza possano o meno farsi tatuare immagini religiose in parti del corpo più o meno discutibili. Il Ministro sarebbe intenzionato a fermare questo fenomeno che sta prendendo sempre più piede nella “terra degli uomini liberi”, ordinando ai governatori delle principali provincie di bloccare questo fenomeno, innescando un dibattito sulle implicazioni dei diritti umani che vietano la pratica. Il ministro ha dichiarato che i tatuaggi delle divinità del Buddha, di Genus e di Gesù Cristo vengono tatuati nelle parti del corpo piu disparate come braccia, gambe e caviglie, ritenendoli posti non proprio “adeguati” per questo tipo di immagini e che non rispettino la cultura religiosa, inoltre ha espresso qualche dubbio sulla genuinità di espressione delle fede in questo modo, ritenendo che sia solo un trend di massa.
Giappone: in Giappone, avere un tatuaggio, di qualunque tipo esso sia, creerà una discriminazione che magari non i si sarebbe mai aspettati da un Paese così. Centri fitness, onsen, bagni pubblici, piscine e persino parti di spiagge pubbliche negano l’accesso alle persone che hanno un tatuaggio, che siano stranieri o meno, piccolo o grande che sia il tatuaggio. E all’alba del 2014 invece di capire che ormai, specialmente all’estero, il tatuaggio è una mera questione di stile o solo una cosa estetica senza nessun legame con la mafia locale, la cosa invece di diminuire, aumenta.
PERCHÉ I TATUAGGI SONO VIETATI DA ALCUNE RELIGIONI
Una delle ragioni che vietano la pratica del tatuaggio deriva dai problemi che potrebbero verificarsi durante i riti di purificazione spirituale. Ovviamente tali idee vanno interpretate personalmente, non vi si può dare un giudizio oggettivo, ma è una scelta personale decidere se si vuole o meno tatuare il proprio corpo con immagini sacre. E’ sempre comunque fondamentale rispettare il credo altrui ed evitare di tatuare immagini che possano urtare la sensibilità degli altri.