È il consiglio che vi darebbe qualsiasi bravo piercer: fate attenzione al processo di guarigione del vostro piercing. Tradotto? Significa perdersi cura del buco appena fatto, non dimenticarsi mai di pulirlo e disinfettarlo e fare attenzione alla possibile comparsa di infezioni.
Perché compare il pus?
Come è stato sottolineato più volte, infatti, il rischio più comune a cui si va incontro, indipendentemente dal tipo di piercing e dalla zona del corpo in cui è realizzato, dopo una seduta dal piercer è quello di infezioni più o meno gravi. E il primo sintomo da cui ci se ne accorge è, quasi sempre, la comparsa di pus.
Pus o sebo?
Già a questo punto, però, serve fare una distinzione importante. È del tutto normale che nel processo di guarigione del piercing si formi del sebo: si tratta di un liquido chiaro, bianco o giallino, che contiene residui di pelle e cellule morte e che spesso si solidifica formando una patina attorno al foro. In questo caso non serve preoccuparsi: il piercing sta bene e basta solo continuare a prendersene cura normalmente, come indicato dal piercer.
Quando preoccuparsi se si forma pus
Nel caso in cui, invece, il liquido che fuoriesce dal piercing è giallastro, più denso e fa un cattivo odore, potrebbe trattarsi di pus e indicare un’infezione a carico del piercing. Capita se non si sono seguite con attenzione le opportune pratiche igieniche, se si è esposta la zona in cui si trova il piercing a stress eccessivi (pensate al fumo nel caso in cui abbiate appena realizzato un piercing al labbro!), ma anche se si ha la pelle molto delicata o si è scelto una zona critica del corpo o una tecnica “estrema” di piercing.
Attenzione agli altri sintomi!
La prima cosa da fare, allora, quando si nota la fuoriuscita di pus dal piercing è accertarsi che sia veramente in corso un’infezione. Per farlo basta valutare altri sintomi che, in genere, si associano alla perdita di pus. La prima cosa da tenere in considerazione, così, è l’eventuale rossore: se il piercing è appena fatto è normale che la zona sia un po’ arrossata, lo è un po’ meno se il rossore non accenna a diminuire nel tempo e se, al contrario, si fa più scuro. Stessa cosa si può dire del gonfiore: se eccessivo e duraturo potrebbe indicare che qualcosa non va. Anche il dolore potrebbe essere sintomo di un’infezione: subito dopo la realizzazione del piercing, infatti, è normale che la zona sia indolenzita, ma il dolore dovrebbe scomparire progressivamente. Se il vostro piercing è infezionato, poi, potreste percepire un senso di calore, anche al tatto, o accusare sintomi più generali come febbre o nausea.
Cosa fare nel caso di pus e infezione al piercing?
I rimedi contro un piercing che perde pus e presenta infezione? La prima regola è: mai togliere l’orecchino, solo lasciando il gioiello al suo posto, infatti, il pus può uscire liberamente, evitando problemi più gravi come la formazione di ascessi. La seconda: consultare al più presto il proprio piercer o il medico di famiglia. L’importante è, infatti, trattare subito l’infezione per evitare che si aggravi. Nei casi più semplici basta pulire il piercing con una soluzione salina: la si può comprare in farmacia, o la si può fare a casa sciogliendo un cucchiaino di sale marino in un bicchiere di acqua tiepida (la proporzione è, approssimativamente, di 5ml di sale per 250 ml di acqua). Con il liquido così ottenuto si possono fare degli sciacqui almeno due volte al giorno. In alternativa si può usare un sapone neutro e anti-traspirante. Nei casi più gravi, invece, potrebbe essere necessario applicare una crema antibiotica sul piercing, anche più volte al giorno e fino alla completa guarigione. Potrebbe essere utile anche coprire il piercing con una garza sterile, per evitare traumi e infezioni.