Se il mondo dei tatuaggi non conosce limiti, o quasi, il mondo dei piercing non è da meno, anzi. Se i tatuaggi infatti necessitano ovviamente di alcuni “ingredienti”, come strati di pelle ricchi di tessuto adiposo e quasi privi di terminazioni nervose, e la procedura, sia del tatuaggio in sé che della cura dopo, è abbastanza particolare, i piercing sono meno esigenti ed è forse questa la principale motivazione che spinge di solito una persona a trasgredire prima concedendosi un piercing e poi un tatuaggio. Quasi tutto il corpo può essere “arricchito” di un piccolo gioiellino e l’applicazione del piercing è molto veloce, inoltre non richiede solitamente creme o trattamenti particolari.
Dal classico puntino luminoso sulla narice di strada però se n’è fatta eccome e se alcuni amanti dei piercing cercano di stupire la vista altrui con colorati o vistosi piercing, altri preferiscono la via più sensuale del mistero, ricorrendo cioè ai piercing hood.
Piercing nascosti: cosa sono?
Quelli che i non addetti a lavoro chiamano “piercing nascosti” sono i classici orecchini di cui vediamo soltanto la parte finale. Ne esistono di diverse tipologie: da quelli classici per i buchi alle orecchie, dove da un lato c’è una sfera più piccola e dietro il lobo si nasconde la sfera più grande, a quelli sull’ombelico dove la cavità viene circondata all’interno dall’oggetto metallico ed esternamente si vedono soltanto le due estremità, colorate, con brillantini, disegni etc., e ovviamente anche le zone in cui si possono applicare questi piercing stanno aumentando sempre di più.
Piercing hood: significato
Il piercing hood però non è un semplice piercing nascosto… è anche, letteralmente dal suo significato, incappucciato. La tipologia del piercing è pressappoco la stessa di quelli dell’ombelico o della lingua, e anche la modalità di applicazione, cioè che cambia è la zona. I piercing hood vengono infatti applicati sui genitali, sia maschili che femminili. Nonostante una zona così “limitata” le tipologie di questi piercing sono svariate. La più popolare nel mondo femminile è il vertical hood, cioè “cappuccio verticale”, ossia un piercing che avvolge il clitoride, ma anche le zone delle labbra possono esserne protagoniste. Per l’uomo il numero delle varianti è altrettanto cospicuo e mai come in questo caso le immagini si spiegano meglio delle parole 😉
Tutte le risposte sui piercing hood
Stranamente a quanto si possa pensare, le testimonianza sui piercing hood ai genitali sono abbastanza positive in materia di dolore. Stando ai racconti di chi lo ha vissuto in prima persona infatti, l’applicazione del piercing è molto rapida e il dolore non è eccessivo, ma si ridurrebbe a un leggero fastidio. Per un professionista infatti infilare il sottile cappuccio del piercing con l’ago cannula è molto semplice. Ovviamente però ci sono delle precauzioni che non riguardano in realtà il piercing in sé. È opportuno infatti concedersi una visita dermatologica perché è il chirurgo il migliore a consigliare a quale tipo di piercing dobbiamo ricorrere. Ogni persona ha i genitali diversi e quindi per ognuno ci saranno indicazioni diverse.
Un esempio? Nel caso del vertical hood la lunghezza del piercing, cioè il suo estendersi fino al Monte di Venere o restare vicino al cappuccio del clitoride, dipende dalla conformazione dei genitali stessi. Stesso discorso ovviamente per il pene maschile. I tempi di guarigione sono tra le 4 e le 6 settimane, ma non richiedono particolari cure. L’igiene è ovviamente essenziale ed è preferibile usare biancheria di cotone, ma soprattutto bisogna astenersi da rapporti sessuali, soprattutto quelli orali non protetti. Un’ultima risposta alla domanda che vi starete sicuramente ponendo… perché scegliere proprio un piercing hood? Per aggiungere un sensuale tocco piccante al nostro piacere orale 🙂