Se c’è un tatuaggio carico di significati simbolici e di rituali antichissimi, è il mehndi. Il tradizionale tatuaggio rosso all’henné viene realizzato in India, Pakistan e altri paesi del Medio Oriente, su mani e piedi in occasione di matrimoni e altre festività. Ma se vi recate in uno di questi paesi da turisti (o se avete in Italia un’amica cresciuta in questi posti!) potete facilmente farvi realizzare un mehndi su mani e piedi: il rituale del tatuaggio all’henné, infatti, è uno dei primi che viene insegnato alle ragazze del luogo e in alcuni paesi ci sono scuole che, periodicamente, organizzano competizioni ed esibizioni pubbliche.
La storia del tatuaggio all’henné “delle spose”
Prima di farvi realizzare un mehndi, però, dovreste conoscere le origini del tradizionale tatuaggio all’henné. Già presso gli assiri l’henné veniva utilizzato nei riti nuziali per dipingere le mani e le unghia della giovane sposa in funzione ben augurale. Il mehndi rat (letteralmente il rito del mehndi) divenne tipico dell’India a partire del XII secolo. Da allora le giovani donne alla vigilia del matrimonio vengono sottoposte al rito del mehndi: mentre un’anziana esperta dipinge loro le mani con l’henné, le donne della famiglia e della tribù stanno loro accanto, donando preziosi consigli sulla vita di coppia.
Come si realizza un mehndi?
Per realizzare un buon mehndi? Tutto parte dalla polvere di henné che deve essere di ottima qualità e di colore verde brillante: sarà difficile altrimenti ottenere la tradizionale colorazione rossa del mehndi. Le foglie di henné triturate e essiccate vanno impastate, quindi, con acqua e, a discrezione del tatuatore, succo di limone (che serve come fissante del colore), zucchero (che fa da addensante) e oli essenziali (per profumare, anche se l’henné ha già una profumazione naturale che rende altrettanto caratteristico il mehndi). La “pasta” così ottenuta non dovrà essere né troppo liquida, altrimenti rischierebbe di colare troppo, né troppo densa e impossibile da stendere. A questo punto, la pasta all’henné veniva applicata tradizionalmente con l’aiuto di siringhe o stecchi di legno (in Medio Oriente) o piccoli coni di plastica (in India). Per questioni igieniche vengono usate ora siringhe di plastica.
Attenzione al colore del mehndi!
Realizzato il mehndi va cosparso di zucchero e limone, bendato e possibilmente esposto al calore, in modo da facilitare il fissaggio del disegno sulla pelle. Attenzione al tempo per cui si fa “riposare” il mehndi: più a lungo lo si fa, più diventerà rosso. Non si tratta solo di un fattore estetico: un vecchio proverbio popolare vuole che più scuro sarà il mehndi e più la suocera amerà la futura sposa. E, no, nessuno vuole partire col piede sbagliato quando di mezzo c’è la suocera!
Quanto dura il mehndi?
Altra caratteristica del mehndi è la sua durata limitata nel tempo: i segni dell’henné spariscono in un tempo che varia dalle poche settimane al mese, a seconda delle condizioni climatiche e di alcune caratteristiche delle pelle della donna.
Che disegni scegliere per un mehndi?
Quanto ai disegni più adatti a un tatuaggio mehndi, va detto che oggi anche le scuole “tradizionali” di tatuaggio all’henné si sono molto modernizzate e realizzano mehndi glitterati, con gemme incastonate o multicolor. Il mehndi tradizionale, però, rigorosamente realizzato a mano libera o al massimo con l’aiuto di uno stencil, ha un catalogo limitato di disegni. Si va dai germogli che sono simbolo di un nuovo inizio e di fertilità, ai motivi a zig zag che, rappresentando la pioggia, sono anch’essi simbolo di fertilità e abbondanza. Spesso sul mehndi viene realizzata, poi, una scacchiera che rappresenta le possibilità e i momenti felici. Anche lo scorpione è tra i soggetti tipici del mehndi: chi è morso dallo scorpione presenta gli stessi sintomi dell’innamorato. Petali e fiori sono, poi, simbolo di gioia e felicità e, se rampicanti, di devozione. Gli occhi, specie se divini, assicurano protezione. Ma c’è chi sceglie anche di realizzare un mehndi con il ritratto dello sposo.