Tutti sanno che gli antichi Egizi erano particolarmente attenti alla cura del corpo, a cui dedicavano rituali di bellezza. Particolarmente importanti erano gli ornamenti, soprattutto il trucco e l’henné; rimembriamo, tra tutti, anche l’abitudine ad effettuare dei segni sul corpo, una sorta di tatuaggio punitivo. In un primo momento sembra che fossero soprattutto le donne ad utilizzare il tattoo, sia come attività decorativa che come opportunità rituale. I reperimenti di mummie tatuate fanno pensare che l’origine del tatuaggio sia pregio dei Nubiani; mummie di donne tatuate addirittura risalgono fino a 4000 anni fai, come la sacerdotessa Amunet, sul cui corpo erano visibili linee di punti e un disegno ovale sull’addome, simbolo di fertilità. Fin dai tempi più antichi fino ai giorni nostri, è ancora molto visibile tutto il fascino verso i simboli del popolo egiziano: croci, scarabei,faraoni sono tra i tatuaggi più usati tra chi cerca un disegno ricco di significato per colorare il proprio corpo. Non vi è dubbio che per gli egiziani i simboli fossero parte fondamentale della vita di tutti i giorni: usati come amuleti da vivi, diventavano compagni di viaggio verso l’ultraterreno come rito funerario.
Tra i tantissimi tatuaggi egiziani, tra i più frequenti c’è il simbolo della vita, l’Ankh, a forma di T con al centro un cappio di forma ovoidale. L´Ankh, o croce egizia, raffigura la vita eterna e viene frequentemente associata al sole e soprattutto all’acqua, che per gli egizi, la cui vita dipende dal Nilo per i raccolti era la fonte stessa della sopravvivenza. Veniva spesso rappresentata con altri due ideogrammi, Djed e Was, che rappresentavano forza e stabilità, salute.
La forma della croce egizia e i suoi significati
Per gli studiosi della storia egiziana l’Ankh rappresenta la vita, l’unione tra uomo e donna, la divinità maschile Osiride e femminile Iside. Altri studiosi ritengono sia simbolo del sole che dona la vita alla terra, dove l’ovale indica il sole che appare sull’orizzonte, mentre le linee il suo tragitto sulla terra. Secondo altri può anche simboleggiare l’immortaltà, se visto come una chiave, la chiave della vita che apre le porte dell’ultraterreno, in poche parole l’unione tra cielo e terra, punto d’incontro tra il mondo divino e quello umano. Molti degli dei dell’antico Egitto sono stati dipinti nelle tombe e nei templi mentre tengono l’Ankh in una mano e lo scettro nell’altra mano. Diverse teorie invece vogliono che l’Ankh non sia altro che la raffigurazione stilizzata dell’Egitto, oppure semplicemente il nodo dei lacci dei sandali egiziani.
L’Ankh per via della sua forma ha molti significati simbolici: nello specifico, si vede un cerchio sulla sommità che rappresenta l’infinito, i cicli della vita che si ripropongono senza fine, con sotto una croce a T che raffigura l’unione del maschio e della donna, le due polarità che uniscono la vita materiale. Ogni cosa che è presente nella realtà fisica può essere scelta secondo simboli che indichino la parte maschile o femminile, dalla cui fusione si crea altra vita, il figlio. La croce a T raffigura anche la triade sacra ritenuta da ogni religione del mondo come la sacra trimurti Induista, la santa trinità cattolico-cristiana, i tre volti della Dea raffigurati dal simbolo del triskell pagano.
Cosa rappresenta l’Ankh per chi decide di tatuarsela
L’Ankh, esprimendo appunto “Vita”, può raffigurare un evento di rinascita per chi ha deciso di tatuarla sul proprio corpo, rinascita che può essere religiosa, spirituale o fisica. L’Ankh si è diffusa anche nel mediterraneo, varcando i confini dell’Antico Egitto ed addentrandosi di diritto nella cultura micenea, di cui illustra una lettera dell’alfabeto. Oggigiorno, l’alfabeto miceneo ha cambiato la lettera rappresentata con la Croce Egizia con una Croce Cristiana, nello specifico la copta, che nonostante ciò ad un osservatore attento e con una base di cultura di quelle che in pratica risultano le croci dell’Antico Egitto apparirà immediatamente simile a quella presa in esame prima.